Il lavoro è una necessità, è parte del senso della vita su questa terra, via di maturazione, di sviluppo umano e di realizzazione personale.” (Papa Francesco, Laudato sì)

Questa l’idea di fondo che ha ispirato il modulo formativo adulti svoltosi a Calambrone (Pisa) proposto dalla Presidenza Nazionale di Azione Cattolica ai Vicepresidenti, Assistenti diocesani e Membri delle Equipes adulti delle varie diocesi d’Italia. Anche l’arcivescovo metropolita di Pisa, Mons. Giovanni Paolo Benotto, ha sottolineato la necessità che il lavoro sia via di umanizzazione e come sia importante che l’AC lo ponga tra le sue priorità, in quanto tema che riguarda tutto il popolo di Dio.

Già dalle prime battute di Marco Bentivogli, Segretario generale della Federazione italiana Metalmeccanici – FIM CISL, il dialogo con l'assemblea su COME STA CAMBIANDO IL MONDO DEL LAVORO si è dimostrato interessante.

Secondo il sindacalista siamo chiamati a riflettere con spirito di ricerca. Bisogna mettersi in cammino, avere il coraggio di vedere le traiettorie che le cose stanno prendendo. Parlando del sistema di produzione Industry 4.0, Bentivogli ha spiegato che è un insieme di tecnologie abilitanti, una fabbrica iper-interconnessa, in cui le macchine dialogano tra loro, con i dati della loro rete commerciale; è una cosa molto più avanzata della semplice automazione, o robotizzazione: la tecnologia può essere una grande opportunità per dare centralità alla persona.

Provocato dal moderatore, Bentivogli ha affermato che nel pieno della quarta rivoluzione industriale, tutti i soggetti coinvolti sono chiamati a comprendere i cambiamenti e a progettarne le trasformazioni in modo che le persone, con la loro intelligenza, ne siano sempre più al centro. Il sindacato, nello specifico, dovrà mettere perciò a tema della propria contrattazione la formazione di qualità come diritto individuale e orari e modi di lavorare che consentano di coniugare le esigenze della produttività con la qualità del lavoro e della vita.

Stimolato dalla richieste di una valutazione delle politiche attive del lavoro oggi in atto, il sindacalista ha dichiarato: “I centri per l'impiego per funzionare dovrebbero avere almeno dimensione europea e fornire formazione di qualità che dia prospettive effettive alle persone. Inoltre, molti lavoratori sono già oggi difficilmente catalogabili come dipendenti o autonomi. Occorre quindi anche immaginare nuovi inquadramenti e regole per queste nuove figure nelle quali si riconoscerà un numero sempre maggiore di lavoratori. Le tre I, Innovazione tecnologica, Immigrazione e Invecchiamento, sono vissute nel nostro paese come occasione di fuga anziché come occasione per attirare lavoratori. Qui si innesca il tema dei nostri giovani che vanno all'estero, fuga causata principalmente dalla difficoltà che abbiamo tutti a passare il testimone, è un fatto culturale”.

Al termine del suo intervento, è apparsa evidente l'importanza del coinvolgimento dell'intera comunità. Mettere insieme lavoro, ricostruzione di comunità e la creazione dei 'community organizer' possono essere gli ambiti in cui la pastorale sociale può essere faro. Deve accompagnare questi processi, per vincere la paura e ricostruire i legami sociali.

Un altro intervento autorevole è stato quello di Padre Paolo Benanti, docente di teologia morale e bioetica presso la Pontificia Università Gregoriana, che ha presentato il cosiddetto lavoro 4.0: non esiste più la persona che viene assunta ma il tasker, il quale ottiene un credito sociale a seconda di quello che posta sui Social. Continuando poi a dialogare si è riflettuto su come la flessibilità e la precarietà diventino socialmente inaccettabili quando non permettono più la costruzione dell'identità individuale.

“Quando il lavoro non è più una narrazione esistenziale ma diventa una sorta di nomadismo -ha dichiarato Padre Benanti-, implode qualsiasi tipo di relazione sociale. L'educazione, mai come ora, diventa importante per elaborare l'identità e riscoprire l'intrinseca dignità della persona e ciò diventa anche una dinamica vocazionale.

Gli animali hanno bisogno di felicità, mentre le persone cercano il senso”.

Nelle conclusioni i vicepresidenti nazionali hanno delineato le prospettive per il settore. Le nostre associazioni dovranno diventare luoghi in cui elaborare pensiero critico, accogliendo le sfide della realtà quotidiana del nostro Paese. E' importante che gli animatori si formino ad un ascolto contempl-attivo, per sostenere e guidare le persone a leggere la vita alla luce del Vangelo e a fare unità.

Siamo stati invitati a ringraziare per il bene già presente nelle nostre associazioni: l'AC è già capace di generatività, deve solo imparare a narrarlo.

Donatella Paci, Consigliere per il Settore Adulti

Simona Terrenzi, Vicepresidente per il Settore Adulti


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