“È necessario non rimanere spettatori della vita…”. (Progetto Giovani, 1988)                                                          

 

È un testimone

Un educatore, un animatore di Azione Cattolica è prima di tutto un testimone sincero del suo cammino di fede, del suo mettere la parola di Dio al centro della sua vita, ogni giorno.

Una persona  che si interroga alla luce del Vangelo sul suo agire e sul suo pensare, cercando sempre di essere coerente e vero, non avendo paura di domandarsi: ho fatto la scelta giusta, lo faccio per me o per il Signore?

Un testimone che sappia cercare tra le pieghe della realtà, delle domande personali, delle difficoltà quotidiane, lo spazio necessario per far sì che Dio abiti in sé, divenendo protagonista del proprio vivere quotidiano.

 Una fratello che sappia essere prossimo dell’altro, rispettando le libertà altrui, con pazienza e amore, due sentimenti che esistono solo grazie alla fede, vera forza  e motore del cristiano di AC.

Con un cammino di vita e di fede chiaro e credibile

È importante che egli abbia compiuto un personale cammino di fede, operando scelte consapevoli: di vita, di studio, lavorative.

È necessario che sappia trasmettere credibilità attraverso la sua esperienza di vita, con un cammino personale chiaro e convinto.

Un tale livello di maturità e di scelta personale, richiede che un educatore\animatore non possa avere meno di 18 anni, per dare certezza a una scelta stabile di vita cristiana.

Ciò non preclude che un adolescente possa vivere qualche forma di servizio educativo, ma condividendolo con educatori più maturi ed esperti, affinché ciò lo aiuti a maturare in futuro il servizio educativo più adatto alle sue inclinazioni, in modo più maturo e stabile.

Espressione di tutta l’associazione

Chi sceglie di essere un educatore\animatore di AC non deve essere solo la soluzione ai problemi pratici delle parrocchie, “necessari” per il suo funzionamento, ma deve avere la consapevolezza che si ha la possibilità di dare un punto di vista differente sulla realtà, portando così linfa nuova alla"stanchezza interiore che sta generando solitudine" (Paola Bignardi) in questo nostro quotidiano così bello, ma impegnativo.

Deve essere parte viva e integrante della comunità parrocchiale, evitando personalismi e isolamenti dettati da paure che non hanno motivo di esistere per chi condivide con amore la fiducia in un Dio che è di tutti.

Capace di vivere relazioni che scaturiscono dall’ascolto dello Spirito, che è il vero regista dell’azione educativa; lasciando alla responsabilità di chi deve compiere le proprie scelte di maturità, la libertà di accogliere la Parola di Dio.

Capace di accogliere la bellezza di stili di vita diversi dal proprio che sono testimonianza di una vita cristiana bella di chi ha già compiuto una parte di cammino, che sa trasmettere la propria esperienza come stimolo di crescita personale a chi lo ascolta.

È necessario che qualsiasi responsabilità educativa nasca da una scelta del Consiglio parrocchiale di AC, divenendo espressione della progettualità educativa dell’associazione che sarà sempre vicino a chi opera direttamente questa responsabilità.

Una scelta di servizio educativo a 360 gradi

Un servizio educativo che non venga scelto con leggerezza, ma consapevoli che esso coinvolge in maniera forte tutta la propria vita, proponendo così un modello educativo dove sia chiaro che la vita di un cristiano è in perenne movimento, alla ricerca costante dei perché e del volto di Cristo in ogni gesto quotidiano e in ogni volto che incontra.

Educare è un’esperienza affascinante e necessaria: perché oggi più che mai c’è bisogno di persone che: "..sappiano cogliere la relazione tra il mistero della loro esistenza e il Signore"  per “...sperimentare la bellezza e la fatica della paradossalità della vita cristiana."  (Paola Bignardi)

Credere in questo modello educativo non permette di sprecare tempo, di non maneggiare senza cura  e amore questo tesoro che è l’essere a servizio degli altri, tutto questo deve spingere ogni volta che si è stanchi, ad andare oltre se stessi.

Per trasmettere questa bellezza, bisogna avere il coraggio di pagare "..il prezzo che la grandezza della nostra vocazione merita"(Paola Bignardi): il prezzo di un Amore che è ricerca costante del volto di Dio nel volto del mio prossimo.

“La vera sfida per l’evangelizzazione di questo tempo è mostrare quanta bellezza vi sia nelle comuni esperienze umane, quando siano vissute nella prospettiva del Vangelo….vivere da cristiani, dando senso da credenti alle esperienze comuni di ogni giorno, … in uno stile di dialogo e comunicazione fatto di chiarezza e mitezza”.

(Paola Bignardi)