Molfetta, domenica 9 agosto

 

La mattinata conclusiva del campo nazionale è stata arricchita dalla risonanza dei due vicepresidenti del settore giovani Lucia e Michele, alla luce della verifica condivisa tra tutti nella giornata di ieri.

Tanti gli aspetti che, nonostante costituissero una vera e propria scommessa, sono stati apprezzati nell’impostazione rinnovata del campo nazionale appena concluso. Primo su tutti l’esperienzialità, la scelta di riflettere sulle tematiche del campo a partire dalla vita e quindi dalle esperienze personali di ciascuno per poi condividerle. Lucia ha invitato a lasciarsi contagiare da questo approccio “Rischiate di lasciarvi spiazzare dalle esperienze. È la vita che ci chiama in causa in prima persona” e ha aggiunto “non possiamo partire dalla sintesi altrimenti saremmo più dei libri stampati che non delle persone”. Un secondo aspetto vincente è sicuramente la cura della vita spirituale, durante il campo resa possibile da uno spazio quotidiano di deserto, che sempre dovrebbe concretizzarsi nelle nostre giornate non come fuga dalle nostre vite ma per “imparare a vivere il deserto nelle nostre città”.

Ulteriore aspetto di novità è stata sicuramente l’esperienza di fraternità vissuta assieme al MSAC nella mattinata di venerdì. Una buon esperimento per accrescersi nella fraternità associativa.

Da ultimo l’invito a non rendere l’Ac un luogo autoreferenziale, bensì un trampolino di lancio da cui attingere il coraggio per andare fuori, aprirsi a tutto il resto e diventare padroni dei luoghi in cui viviamo e camminare verso le periferie e nelle periferie. Ognuno torna a casa restaurato nel profondo come ricompensa per essersi messo in gioco dal profondo, pronto a vivere e far vivere nella vita e in associazione  lo stile di fraternità, la scelta dell'esperienzialità, l'attenzione alle fragilità sperimentati, perchè essi  possano essere vissuti da tutti, soci e non, in giro per lo Stivale.