Aula Nervi
Aula Nervi
Dal 3 al 28 ottobre la Chiesa vivrà un forte tempo di discernimento e di preghiera, voluto da Papa Francesco, attraverso il Sinodo dei Vescovi “Giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.

Il Sinodo è una riunione consultiva di ecclesiastici e laici esperti, provenienti da tutte le parti del mondo, per riflettere su un argomento indicato dal successore di Pietro. Questa volta la Chiesa sta parlando dei giovani: dei nostri sogni, delle nostre fragilità, delle nostre scelte, delle contraddizioni che viviamo.

Il 6 ottobre è stato organizzato dalla segreteria del Sinodo dei vescovi e dalla Congregazione per l’educazione cattolica, nell’ambito del Sinodo, l’incontro dei giovani con i padri sinodali. L’incontro durato circa due ore non ha fermato il Sinodo ma ha fatto entrare ancora di più i giovani nei lavori sinodali: alcuni giovani hanno raccontato le loro storie e il loro mondo, ma soprattutto hanno posto direttamente al Papa e ai padri sinodali delle domande sulle quali rifletteranno e risponderanno in questi giorni rimanenti del Sinodo.

In quell’aula Nervi c’erano anche alcuni giovani dell’Azione Cattolica di Albano. I partecipanti hanno voluto raccontare qualche impressione sull’incontro con il Papa.

“Ero partita da casa già con l’emozione di prendere parte, in una forma tutta particolare, al Sinodo dei Giovani e incontrare altri coetanei. Da giovane mi sento lusingata e grata che la Chiesa universale stia pensando proprio a ragazzi come me per trovare una modalità di accompagnamento e di cura nel cammino di crescita e di fede. Ho la consapevolezza che finalmente si parli di giovani con i giovani!

Ho ascoltato molto bene le parole del Santo Padre nel vivere la mia età con entusiasmo e gioia e non sulla poltrona! Vivere guardando bene l’Orizzonte e non lo specchio! Vivere la concretezza dei rapporti, ma non dietro lo schermo del cellulare! Vivere sapendo di non avere prezzo! Vivere abbracciando le mie radici, la mia storia e la mia famiglia!

L’emozione più forte però non è stata data dalle parole del Papa, bensì dalle testimonianze di giovani che come me hanno vissuto, o tutt’ora vivono, i loro problemi dati dall’età in situazioni di vita non del tutto facili. Si è parlato inoltre di immigrazione, di pornografia, di dipendenza dai social, di morte e di lavoro con coraggio e speranza, senza nasconderci in qualche perbenismo dettato dal contesto.

Mi aspetto grandi cose da questo Sinodo affinché noi giovani possiamo trovare un posto nel mondo e nella Chiesa, contribuendo alla realizzazione del Regno dei Cieli senza dover essere criticati per la nostra giovane età”

Martina Lunardini

Tommaso e Martina
Tommaso e Martina

“Aula Nervi, 5 di pomeriggio. Tanti giovani italiani e dal mondo. Sul palco si susseguono coreografie e racconti di esperienze di giovani che vivono la fede ed hanno qualcosa da dire. Tra le prime file siedono i Padri Sinodali e Papa Francesco, lì, nella prima fila al centro. Un puntino bianco in una macchia nero-rosso-fucsia.

Dopo essersi raccontati, i giovani sul palco hanno lasciato delle domande al Santo Padre. Sono domande su temi tosti che spaziano dal senso della vita, alle relazioni al tempo dei social network, passando per l’impegno in politica, all’immigrazione e la cura delle zone dimenticate del pianeta. Molti spunti e interrogativi in attesa di risposta. Ed ecco Papa Francesco che si alza, sale lentamente le scale con l’andatura di un nonno che si avvicina ai suoi nipoti sparsi per il mondo. Raggiunge il leggio, si mette gli occhiali, lascia passare qualche istante di riflessione e poi: “Qui sono le domande scritte… e le risposte… le daranno i padri sinodali” scandisce indicando le prime file con il suo inimitabile sorriso a metà tra il sollevato e il divertito.

Ha poi aggiunto che rispondendo in prima persona avrebbe di fatto annullato il Sinodo e tutte le riflessioni di questi giorni. Dovranno, dunque, essere risposte senza paura, ha poi aggiunto rivolto ai vescovi. Non c’è niente da fare, è un fenomeno. Ci metteremo anni a capire la portata rivoluzionaria della sua testimonianza. Papa Francesco ha soltanto aggiunto qualche principio generale. Le parole che mi porto a casa sono concretezza e coerenza di vita, contrapposte a quella Chiesa “che legge le beatitudini e poi cade nel clericalismo più principesco e scandaloso”.

Il Papa ci ha spronato con forza a vivere la fede con coerenza. C’è un’altra frase che mi è rimasta impressa: “Voi non avete prezzo! Non siete merce all’asta, non lasciatevi comprare!”. Papa Francesco ha sottolineato che dobbiamo essere liberi di quella libertà che è Gesù.

E il Sinodo? C’è grande aspettativa, fermento ed attesa per le risposte che arriveranno dall’Assemblea. Come giovane non posso che sperare che il documento finale contenga riflessioni coraggiose. Resta il fatto che la carta ha il suo valore ma ciò che conta sono le azioni: l’importante sarà rendere concreto il percorso che continua dopo la chiusura dell’Assemblea. Insomma ancora una volta dipende da noi, ognuno coinvolto in prima persona. Con concretezza e coerenza di vita come ci insegna Papa Francesco.”

Tommaso Gavi

Papa Francesco
Papa Francesco