Domenica 13 aprile presso l’Istituto dei Padri Somaschi in Ariccia il vescovo Marcello Semeraro, ha raccontato alle nostre famiglie il cammino sinodale della chiesa di Albano e presentato la sua istruzione pastorale “Rallegratevi con me” recentemente pubblicata (Edizioni Miter Thev).

L’incontro, organizzato da don Carlino Panzeri nell’ambito della pastorale familiare, è stato rivolto ai sacerdoti, diaconi, religiosi ed operatori pastorali della diocesi, allo scopo di “Accogliere, Discernere, Accompagnare, ed Integrare nella comunità ecclesiale i fedeli, divorziati e risposati civilmente”.

L’istruzione pastorale concepita a termine del sinodo nel 2015, contiene riflessioni ed esortazioni, individua scelte operative ed indica linee-guida per raggiungerle. Il titolo viene ispirato dalla parabola del buon pastore (Luca 15,1-10), dove si narra della gioia vissuta nel ritrovare la pecora che si era perduta, e del desiderio di invitare tutti gli amici e vicini a “rallegrarsi” ed a “far festa”. Qui è evidente, fa notare il vescovo Marcello, la chiave di lettura del pensiero di Dio: la sua preoccupazione per quella persona perduta, peccatrice, soggetto della sua misericordia, quell’uno che vale tutti.

Il vescovo, nell’accogliere l’esortazione apostolica Amoris Laetitia (n.299), in cui Papa Francesco parla della famiglia come una realtà segnata da molte fragilità e da molte ferite, esorta la comunità ecclesiale a cercare, capire e curare tutte quelle situazioni di dolore vissute nella loro carne sofferente dai divorziati e risposati civilmente i quali, va rammentato, sono fedeli battezzati.

Molti di loro desiderano ardentemente di partecipare alla vita comunitaria ed è proprio in virtù dello Spirito Santo, che in loro ha riversato doni e carismi per il bene di tutti, che hanno diritto ad essere accolti non solo come singole persone ma come coppie che nel tempo hanno costituito famiglie e battezzato i propri figli.

Ha voluto sottolineare che i fedeli divorziati e risposati civilmente non sono per questo meno fratelli e sorelle. Benché segnati dal dolore e pur trovandosi in una oggettiva situazione di peccato, alcuni possono nello specifico, in talune circostanze, anche non essere peccatori. Pertanto esorta tutti affinché questi fratelli e sorelle non siano destinati a vivere per sempre al margine della vita comunitaria.

Con la sua istruzione pastorale pertanto, il vescovo vuole sottolineare che, caso per caso, nel loro cammino, questi fedeli devono essere accolti con discernimento ed integrati, superando talune esclusioni attualmente esistenti, facilitando l’accostarsi ai sacramenti qualora possibile, con discrezione, nel rispetto della loro genitorialità e privilegiando la cura dell’educazione cristiana per i loro figli, considerati importante bene sociale primario.


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